Romanzo di Victor Hugo, pubblicato nel 1862. Scritta con l'intento di denunciare
il degrado del proletariato francese, l'opera, per la sua complessità,
può dirsi una vera e propria epopea popolare in cui le vicende dei
singoli personaggi si intrecciano con i grandi avvenimenti storici compresi fra
il 1815 e il 1832. In cinque lunghe parti è compendiata la storia di Jean
Valjean, un popolano incarcerato per aver sottratto un tozzo di pane e che i
reiterati tentativi di evasione hanno trattenuto in carcere per 20 anni. Quando
finalmente riesce a evadere, Valjean è abbruttito, ma si imbatte in
monsignor Myriel che, con la sua ardente fede, lo fa rinascere a nuova vita. Il
protagonista, divenuto benefattore e sindaco di una piccola cittadina, si lega
alla giovane Fantine, prostituitasi per provvedere alla figlia Cosette. La
bambina viene presa sotto la protezione di Valjean ed educata e, divenuta
adulta, si innamora di Mario, figlio di un generale dell'Impero votatosi alla
causa popolare. Allorché la polizia ritiene di riconoscere in un povero
deficiente l'antico forzato evaso, Valjean si costituisce, per poi evadere
nuovamente. Nel 1832, durante una sommossa, Valjean potrebbe uccidere il
poliziotto Javert, che lo pedina, e invece lo salva. Combattuto fra il proprio
dovere di poliziotto e il senso di riconoscenza, Javert si uccide.